Data di ultima modifica: 
01 Febbraio 2018

Come diventare ricercatore

Per diventare un ricercatore dopo la scuola secondaria sarà necessario conseguire una laurea accademica: è indispensabile la laurea in facoltà scientifiche (ad esempio: Medicina, Biologia, Chimica, Farmacia, Biotecnologie). Dopo la laurea si può continuare la carriera di ricercatore universitario presso un dipartimento di ricerca, spesso, però, è fondamentale ottenere una laurea magistrale per potersi candidare come ricercatore scientifico.

Ci sono molti ambiti in cui specializzarsi, come l’informazione scientifica, la farmacovigilanza, l’area legale, le risorse umane, l’area marketing e tanto altro. Al conseguimento della laurea e all’ingresso in un laboratorio di ricerca universitario, il neolaureato diventa dottorando in seguito al superamento di una prova scritta ed orale. La scelta del dottorando è correlata al tipo di ricerca che si vuole portare avanti e all’impostazione didattica dell’università presso cui si è iscritti. Il dottorando inizia a fare ricerca vera e propria sotto l’occhio vigile di un dottorando più vecchio o anche “postdoc”. Scopo del dottorando è realizzare dei lavori di ricerca da poter pubblicare su riviste specializzate ed iniziare ad ottenere credito nel settore. Una volta conquistato il titolo di dottorato in tre anni di studio inizia la trafila del postdottorato, in altre parole il poter iniziare a lavorare in laboratori pubblici e privati al fine di costruirsi un curriculum valido e importante.

L’ingresso ai laboratori pubblici è solitamente tramite concorso (conseguimento della qualifica di ricercatore a tempo determinato o ricercatore a tempo indeterminato), per i laboratori privati, invece, la cui presenza in Italia è realmente scarsa, l’ingresso è definito dalla vostra capacità e talento e da una buona dose di marketing personale. Sapersi vendere bene, in altre parole saper uscire dalla massa dei ricercatori, può significare entrare a far parte di un laboratorio di ricerca importante o riuscire ad ottenere dei fondi personali per un progetto di ricerca ambizioso.

Dopo il dottorato, che è solitamente pagato dalle università, il postdoc, significa indipendenza accademica, ma allo stesso tempo, anche indipendenza economica. Dal postdoc in poi, a parte le borse di studio e gli assegni di ricerca previsti per il ricercatore a tempo determinato, è la vostra opera di founding a poter determinare il proseguimento del vostro progetto di ricerca e, così come è ovvio, migliori saranno i risultati ottenuti fino a quel momento, maggiori saranno le vostre opportunità di proseguire con la sperimentazione.

Un caso a sé è il ricercatore a tempo indeterminato, il cui contratto lo lega per tempi indefiniti a un laboratorio pubblico (o universitario) e per il quale la legge esclude qualsiasi incarico d’insegnamento didattico. 

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