Data di ultima modifica: 
08 Aprile 2021

Marcello Provenzali (1573-1639)

Nato a Cento nel 1573 da illustre famiglia, si sente assai presto attratto dall'arte: riesce a trovare elementi valorizzatosi delle proprie aspirazioni artistiche ed umane frequentando vari pittori della sua città natale; arriva presto ad un equilibrio ed un'espressione personale. Di questo primo periodo sono particolarmente interessanti due opere che figurano a Cento: "La trasfigurazione" (Collegiata di S. Biagio: Cappella Dondini) e "Cristo nell'orto" (Pinacoteca Comunale).
Portatosi a Roma, invitato dal concittadino Paolo Rossetti, muta il corso della sua attività artistica indirizzandosi verso il mosaico, ed è presto ritenuto "l'inventore di una tecnica più perfetta in quest'arte e riceve commissioni da principi e signori romani" (Enciclopedia Treccani). Esegue numerosi lavori a mosaico in S.Pietro (Cappella Gregoriana, Clementina e Cupola), interpretando con un proprio linguaggio artistico i cartoni del Muziano, del Ronealli e del Cavalier d'Arpino; si ammirano nella Cappella Gregoriana "l'Annunziata" e i profeti "Ezechiele" e "Isaia"; in quella Clementina la "Visitazione a S. Elisabetta", "Malachia" e "Daniele" e nella Cupola al centro "Il Padre Eterno benedicente".
Gli stessi Borghese lo circondano di stima e di favori per la sua straordinaria abilità nel produrre quadretti di mosaico di fedeltà classica: tra questi si ricorda il ritratto di Paolo V. "Questo ritratto formò lo stupore del suo secolo, non avendo quelli che furono prima di lui, lasciata un'opera migliore di questa, che sola sarebbe stata bastevole per rendere singolare il suo merito. Così il citato suo biografo (Giovanni Baglioni)" (A. Orsini). Con accurato e costante studio e con l'esperienza del lavoro dà nuovamente vita a molti mosaici classici che "andavano in rovina". Riusciva insomma a infondere una nota personale di notevole efficacia nei grandi e prediletti modelli, che si proponeva di riprodurre.

Condividi