Data di ultima modifica: 
31 Gennaio 2018

La cultura del pane svelata da Antonio di Benedetto.

La cultura del pane. La farina, il lievito, il giusto tempo, la sapienza di una tradizione antica, l'intraprendenza e la tecnica. «E soprattutto il cuore. L'amore è l'ingrediente che non è riportato nelle ricette». Così Antonio di Benedetto ha illustrato le pagine del manuale scritto a quattro mani con Maurizio De Pasquale "Come fare il pane" (Hoepli, 2017), presentato, lunedì 27 novembre, nell'ambito dell'iniziativa Happy Hour letterario, nell'accogliente cornice dell'Antica Osteria da Cencio.
L'iniziativa è stata organizzata dall'assessorato ai Servizi Bibliotecari, in collaborazione con Ascom Confcommercio Ferrara e la sezione centese dell'Accademia Italiana della cucina.

«Dalle mostre ai libri, la nostra programmazione punta alla valorizzare il territorio - ha affermato nel suo saluto l'assessore Mariacristina Barbieri -. Questa serata è nata un po' per caso e ha preso corpo con grande spontaneità. Ho visto esposto il libro al forno e sono rimasta entusiasta: è venuta subito l'idea della presentazione, con un'adesione immediata da parte di Ascom e dell'Accademia, che ha concesso il suo prestigioso logo».
«Questo libro - le ha fatto eco il presidente di Ascom Cento, Marco Amelio - è un atto di generosità di Antonio di Benedetto, che vi ha svelato i suoi segreti e attraverso la cultura sta compiendo un'opera di promozione del territorio».
Quindi l'introduzione di Massimo Andalini, delegato della sezione centese dell'Accademia Italiana della Cucina. «Il pane è un alimento importantissimo - ha rimarcato -. Un cibo che dobbiamo considerare e che proporrò all'Accademia di inserire pienamente nel contesto della ristorazione».
Una riflessione avvalorata anche dalla cornice della serata. «C'è una speciale sinergia fra ristoratore e fornaio - ha spiegato Antonio di Benedetto -. Qui da 'Cencio' ho proposto i miei cestini, come biglietti da visita della mia attività; qui è nata la focaccia al cioccolato già negli anni '90, molto prima della famosa pubblicità in tv».
Poi il focus sul manuale. «È nato per caso, come la casualità accompagna molti eventi della vita, fra cui quello di fare il fornaio. Quando mi ha interpellato da Hoepli è stato un onore: cercavano una persona che vive quotidianamente la vita del forno». Quindi gli obiettivi dell'opera. «Vorrei trasmettere ai giovani l'entusiasmo, la passione e il rispetto, perché così continuino questo lavoro: un lavoro che consiglio per la soddisfazione sa dare. D'altra parte il pane ha un aspetto sacrale: è amato visceralmente dai bambini, è motivo di legame per le famiglie».
L'incontro è stato caratterizzato da numerose domande. Tanti i temi trattati con assaggi di quest'arte che unisce tradizione a innovazione senza che si superino l'un l'altra.

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